La leggenda dei Drenai

– Il conte e la leggenda staranno insieme sul muro, e gli uomini sogneranno e gli uomini moriranno, ma cadrà la fortezza? –

Nell’anticamera della sala del trono, un anziano ambasciatore attende udienza.

Reca con se trattati commerciali da proporre al sovrano di un popolo confinante.
Non ci sono stati conflitti con il popolo Nadir da parecchi decenni, quindi dovrebbe essere rilassato e tranquillo ma non lo è.
Sono molte le voci che girano su un possibile attacco Nadir ai danni dei Drenai.
Qualche minuto d’attesa e Bartellus, questo il nome dell’anziano uomo, viene fatto entrare nella grande sala.
Dopo aver esposto i vantaggiosi trattati commerciali la risposta del re Ulrik non si fa attendere: con l’aiuto del suo sciamano Nosta Khan compie un macabro rito, squarciando con i denti la gola di un gallo nero e versandone il sangue in una bacinella.
I presagi, annuncia, guardando attentamente dapprima le macchie carminie, e poi il suo sciamano, non sono buoni….
Così inizia La leggenda dei Drenai secondo libro di David Gemmel dopo Le Spade dei Drenai ambientato negli stessi luoghi del primo libro ma cronologicamente posteriore.

Due popoli contrapposti:

da una parte i Drenai, popolo fiero e convinto della propria forza, creatore di un solido impero le cui fondamenta però non sono più stabili.

La pace è portatrice di benessere, ma gli uomini che troppo a lungo la respirano tendono a rammollirsi e a dimenticare la lotta e i valori che l’hanno portata.
Così l’esercito, dapprima forte di centinaia di migliaia di elementi, pian piano si è disgregato riducendosi a poche migliaia di uomini che ricordano solo vagamente che cosa voglia dire la guerra.

E dall’altra parte i Nadir, popolo di nomadi conquistatori che si ingrandisce e vive combattendo.

Come nelle usanze e strategie degli antichi romani Ulrik, il loro Re comandante, ha unificato in un popolo tribù perennemente in guerra tra loro, sconfiggendole a una a una e lasciando loro la scelta tra essere sterminate o unirsi a lui, mantenendone intatti gli usi e costumi.

Le due etnie convergono a Dros Delnoch, colossale fortezza di confine Drenai mai sconfitta in precedenza ed edificata dal leggendario Conte di Bronzo, a cui spetta il duro compito di arginare l’inarrestabile orda di centinaia di migliaia di barbari.

Sullo sfondo dell’imminente conflitto si muovono i protagonisti Drenai che renderanno meno certa la vittoria Nadir:

Ecco alcuni di loro:
Regnak , antieroe che vorrebbe solamente scappare dall’imminente invasione; sulla strada della fuga, troverà suo malgrado, l’amore e un nuovo scopo di vita.
Orrin, comandante della difesa schiacciato dalle responsabilità del comando.
Arciere, arguto ed ironico capo di una banda di fuorilegge.
Druss dell’ascia, autentica leggenda per i Drenai e per i Nadir che, ormai anziano ma non certo debole, decide di intraprendere una battaglia in cui sa non esserci possibilità di vittoria.

I Trenta, monaci guerrieri dotati di poteri soprannaturali che andranno a sacrificare la propria vita nella causa Drenai sperando di trovare una morte perfetta dopo una vita perfetta.
E tutti gli uomini comuni, per lo più contadini e artigiani che, allenati e scherniti continuamente dai loro superiori riusciranno a trovare dentro i loro cuori il coraggio e l’abilità necessaria per fare ciò che ritengono giusto
Quello che rende grande e godibile il libro è la sua fondamentale accettazione che nessun uomo è perfetto e infallibile: non ci troveremo mai a leggere di incredibili guerrieri che mai sbagliano, incarnazioni del bene assoluto nella loro furia o compassione.
Come nella vita reale, le persone vengono descritte con i loro dubbi e paure, consapevoli solamente di avere il libero arbitrio di scegliere che cosa fare della loro vita, sperando che le conseguenze delle proprie azioni siano positive.

Ogni difesa appare disperata.

Nella mente di ogni cittadino Drenai la domanda che si ripete implacabilmente è la stessa:
Che senso ha resistere, quando la morte è certa, la vittoria impossibile?

Perché non fuggire?
Gemmel ci regala una storia narrata superbamente, piena di battaglie, passioni, e tradimenti; ma soprattutto ci regala delle riflessioni.

Man mano che la storia va avanti e le battaglie si susseguono ci si accorge che il centro del libro non sono più i fatti narrati, ma le emozioni dei protagonisti.

I dubbi di Rek, il coraggio consapevole e giusto di Druss, il senso di responsabilità di Orrin, la paura di Serbitar, di non saper accettare la morte sua, e dei suoi compagni, che lentamente si avvicina.

Ogni personaggio del libro ha una sua storia da raccontare, una storia che l’ha fatto diventare quello che è, piena di errori e paure commessi nel passato che devono venir accettati per maturare, anche se mai giustificati.

Dopo aver letto la storia, sono molte le domande che nascono in noi…

Le nostre azioni sono importanti anche se non avranno il fine previsto?
Dobbiamo combattere contro ciò che ci affligge anche se non c’è speranza di vittoria?
Esiste veramente il male? O questo è solo un concetto relativo?

Il Conflitto si farà sempre più aspro e avido di vite umane e i difensori assisteranno alla morte dei propri parenti e amici per mano dei Nadir, ma alla fine il rancore scomparirà.
Gli attaccanti appariranno loro come uomini che come loro combattono per qualcosa in cui credono, combattono per elevare il proprio popolo e non per schiacciarne un altro.

Capiranno, forse, che la guerra è sempre giusta dal lato in cui la si combatte, e che non esistono popoli “malvagi”.

E come si fa a chiamare malvagio un popolo che sta cercando di conquistare le terre che i Drenai considerano proprie ma che secoli prima erano state a loro volta conquistate con la forza e con il sangue?

La morte sarà costantemente vicina, ma forse non verrà più vista con orrore, bensì con tranquillità, e la vita apparirà mille volte più dolce sapendo che può esserci tolta in qualunque istante.

I difensori impareranno a resistere giorno dopo giorno, e troveranno in loro fonti sconosciute di coraggio e forza, diventeranno più abili e sentiranno verso il proprio vicino un sentimento di fratellanza mai provato prima.

Ma basterà questo per salvare una fortezza e un Impero ormai sull’orlo della crisi?

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